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Sangue artificiale,
gli ultimi studi e
il commento AVIS
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Lo studio dell’Università del Wisconsin diffuso nei giorni scorsi in merito alla produzione di globuli rossi e bianchi da cellule staminali umane riporta all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della possibilità, a breve o medio termine, di avere disponibilità di sangue o di emocomponenti "prodotti" in laboratorio a scopo trasfusionale.
AVIS segue tutti questi lavori con estrema attenzione, ritenendo fondamentale il progredire della scienza.
L’impegno che da anni la nostra Associazione dedica alla ricerca scientifica, ad esempio attraverso le collaborazioni con Telethon e Uildm, lo dimostra.
Tutti questi annunci, tuttavia, non devono far passare in secondo piano che ad oggi l’unica modalità che garantisce continuità e sicurezza nelle terapie trasfusionali è la donazione di sangue da donatori volontari, periodici e non remunerati.
Non possiamo mai abbassare la guardia, perché c’è continuo bisogno di nuovi donatori, sia per la crisi demografica in atto sia per le criticità che possono verificarsi in determinati momenti dell’anno (come sta accadendo anche quest’estate con il west Nile Virus) e che richiedono l’allargamento del numero di donatori.
E’ con questa consapevolezza che proprio nelle scorse settimane, in concomitanza con la giornata mondiale del donatore del 14 giugno, abbiamo lanciato una nuova campagna di comunicazione chiamata "La prima volta".
Vincenzo Saturni
Presidente AVIS NAZIONALE
(Clicca sull'immagine per leggere l'articolo Ansa su Studio Università Wisconsin)
Perchè vale la pena donare sangue?
Nei giorni scorsi, il Presidente di AVIS NAZIONALE, Vincenzo Saturni, è stato ospite di Corriere Tv e di Luigi Ripamonti, responsabile delle pagine di Corriere Salute.
In una lunga conversazione il presidente AVIS ha toccato i principali aspetti che riguardano oggi la donazione di sangue: autosufficienza, gratuità (con uno sguardo sul resto d'Europa), evoluzione demografica dei donatori, necessità di nuovi donatori giovani, prima donazione differita, etc.
Il dono del sangue tra i gesti di volontariato più diffusi in Italia
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«La donazione di sangue è uno dei gesti di volontariato più diffusi nel nostro Paese». Questo il commento del Presidente Nazionale di AVIS – Associazione Volontari Italiani del Sangue, Vincenzo Saturni, alla luce dei risultati della ricerca sulle "Attività gratuite a beneficio di altri" presentata ieri da da Istat, CSVnet e Fondazione Volontariato e Partecipazione.
Da questa indagine emerge che sono 6.630.000 i volontari attivi nel nostro Paese (circa 1 italiano su 8) e secondo i più recenti dati dell’Associazione, i donatori AVIS, quasi 1.300.000, nel 2013 hanno contribuito alla raccolta di oltre 2.100.000 unità di sangue e suoi derivati (pari a circa il 79% del fabbisogno nazionale).
Inoltre, il report quantifica in 19 le ore mensili che in media gli italiani dedicano al non profit. Esse equivalgono al monte ore lavorativo di circa 875.000 unità occupate a tempo pieno. «Numerosi studi – commenta Saturni – hanno misurato la valorizzazione economica del volontariato all’interno dell’approccio costi-
Il volontario fa il proprio dovere tutto l’anno, ma a volte al donatore di sangue è richiesto un maggiore impegno, specie in estate, perché in questo delicato momento dell’anno si concentra il rischio della maggiore carenza di emazie, specie in alcune regioni italiane. «Il contributo di ogni donatore – conclude Saturni -
Sul tema della carenza estiva il Presidente Saturni ha rilasciato un'intervista all'ANSA e, venerdì 25 luglio, interverrà su Radio Uno all'interno del programma "Start" attorno alle ore 11,35.