27 Gennaio 2014 - Ciclistica Avis NSN

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27 Gennaio 2014

Eventi Bike

IL GIORNO DELLA MEMORIA - GINO BARTALI
“GIUSTO TRA LE NAZIONI"

Ogni anno, nel ricordo della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa, si celebra il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale che vuole commemorare le vittime del nazismo, dell'Olocausto e vuole onorare tutti coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Al 22 gennaio 2014 il memoriale dello Yad Vashem, il principale memoriale dell’Olocausto fondato dallo stato di Israele nel 1953, riconosceva 24.811 persone come “Giusti tra le Nazioni”, cioè i non ebrei che si sono impegnati, a rischio della vita, a soccorrere gli ebrei perseguitati.

Fra le nazioni con il maggior numero di insigniti, al 10° posto figura la nostra nazione con 563 insigniti.

Quest’anno tale ricorrenza assume una importanza particolare per il movimento ciclistico italiano che vede annoverati fra i “Giusti tra le nazioni” un grande del ciclismo, Gino Bartali. La decisione riconosce e mira a preservare nella memoria l’operato dello sportivo toscano che si impegnò, tra il settembre del 1943 e il giugno del 1944, a salvare più di 800 ebrei perseguitati dalle leggi raziali in Italia.

Il 23 settembre 2013 Gino Bartali è stato infatti dichiarato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem. La decisione riconosce l’impegno del grande campione di ciclismo a favore degli ebrei perseguitati in Italia.
Lo Yad Vashem spiega che Gino Bartali, «un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della Città, il cardinale Elia Angelo Dalla Costa». Quest’ultimo, già riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”.
«Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell’occupazione tedesca e all’avvio della deportazione degli ebrei, ha salvato centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia».
Bartali occultò con la sua bicicletta una quantità incredibile di passaporti, carte d’identità e documenti di ogni genere, che dovevano servire per espatriare e per non rilevare l’esatta identità dei condannati ai campi di sterminio. Il campione sapeva che aiutando gli ebrei correva un grande rischio, ma questo non l’ha fermato.

Il presidente provinciale della FCI Walter Cozzaglio in una recente conferenza, tenutasi il 24 gennaio scorso nell’Aula Consigliare di Canegrate, in occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria”, concludeva così il suo intervento ricordando Gino Bartali.
«Tra i tanti pensieri che mi sono frullati per la testa, uno mi incuriosiva più di altri ed era su ciò che avrebbe detto e fatto il suo amico rivale Fausto Coppi se lo avesse saputo.
La risposta che mi sono dato è che sarebbe stato straordinariamente felice e orgoglioso di avere al fianco un amico-rivale che si è seduto tra i grandi della storia del mondo per avere salvato tantissime persone.
Non vi nascondo che ciò  che mi ha colpito maggiormente di Gino Bartali è l’avere mantenuto per se questa parte straordinaria della sua vita.
L’altra straordinarietà è che per compiere queste imprese abbia utilizzato lo strumento della sua grande passione e cioè la bicicletta per aiutare a sfuggire dalle leggi razziste e dalle persecuzioni centinaia di ebrei.
Non dimentichiamoci inoltre che Gino Bartali ha messo in pratica ciò che tutti noi diciamo e cioé che lo sport, in questo caso il ciclismo, è una scuola di vita e di solidarietà.

Naturalmente il nostro Gino Bartali ha portato la solidarietà ad un livello altissimo».

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